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22 Jan, 21

Rating di legalità: l’etica d’impresa come strumento premiale. L’analisi degli avvocati Rossana Vitone e Mirco Semeraro

Dai risultati evidenziati da Bankitalia nel report di novembre 2020, le imprese titolari di “rating di legalità” che nel 2019 hanno fatto ricorso al credito bancario sono state circa 9.099, in netto aumento rispetto al biennio precedente (6.975 nel 2018 e 4.400 nel 2017).  Va inoltre sottolineato che anche la percentuale di imprese beneficiate dal “rating di legalità” è cresciuta significativamente, raggiungendo quasi il 58% delle imprese affidate.

Appare pertanto evidente il collegamento tra il possesso del “rating di legalità” e l’ottenimento di benefici connessi all’accesso delle imprese al sistema bancario­ – creditizio.

Il collegamento, del resto, è stato espressamente previsto dal nostro legislatore; difatti, con il D.M. 57/2014 sono state attribuite alle imprese “stellate” alcune agevolazioni direttamente incidenti sui tempi di istruttoria e sull’applicazione di migliori condizioni economiche in occasione della concessione del credito.

Inoltre, il meccanismo premiale offerto dal “rating di legalità” produce i suoi effetti anche fuori dal mondo bancario, prevedendo benefici tanto nella concessione di finanziamenti da parte delle Pubbliche Amministrazioni, quanto in sede di partecipazione alle gare d’appalto.

Quanto al primo profilo, il D.M. 57/2014 impone alle Amministrazioni di prevedere nei bandi relativi ad interventi di sostegno pubblico alle imprese almeno uno dei seguenti sistemi di premialità per i soggetti giuridici in possesso del “rating di legalità”: (i) preferenza in graduatoria, (ii) attribuzione di punteggio aggiuntivo e (iii) riserva di quota delle risorse finanziarie allocate.

Parimenti, in tema di contratti di appalto e di concessione, le Amministrazioni aggiudicatrici possono indicare nel bando di gara, nell’avviso o nell’invito, l’attribuzione di punteggi particolari per i soggetti in possesso delle già menzionate “stellette”.

In tal senso, le agevolazioni per gli operatori economici vengono individuate in prima battuta dall’art. 93, D. Lgs. 50/201, riferito alle “Garanzie per la partecipazione alle procedure”; la norma, al comma 7, stabilisce che nei contratti di servizi e forniture, l’importo della garanzia e del suo eventuale rinnovo è ridotto del 30% per gli operatori economici in possesso del “rating di legalità”.

Altresì, l’art. 95, D. lgs. 50/2016, sancisce espressamente la possibilità per le Stazioni Appaltanti di applicare criteri premiali in fase di valutazione dell’offerta proprio in virtù del maggior “rating di legalità” posseduto dall’offerente. Di conseguenza, ad un miglior rating corrisponderà un miglior punteggio tecnico con evidente beneficio per il concorrente “virtuoso”.

È quindi utile comprendere al meglio il meccanismo di funzionamento del “rating di legalità” e di assegnazione delle cd. “stellette”.

Il “rating di legalità” è uno strumento introdotto nel 2012 per le imprese italiane, volto alla promozione e all’introduzione di principi di comportamento etico in ambito aziendale, tramite l’assegnazione di una qualificazione – misurata appunto in “stellette” – indicativa del rispetto della legalità da parte delle imprese che ne abbiano fatto richiesta e, più in generale, del grado di attenzione riposto nella corretta gestione del proprio business.

In base al “Regolamento attuativo in materia di rating di legalità”, possono richiedere l’attribuzione del rating le imprese che soddisfino, cumulativamente, i seguenti requisiti: (i) sede operativa in Italia, (ii) fatturato minimo di due milioni di euro nell’esercizio chiuso nell’anno precedente a quello della domanda, (iii) iscrizione nel registro delle imprese da almeno due anni alla data della domanda, (iv) rispetto degli altri requisiti sostanziali richiesti dal Regolamento.

Tra questi ultimi requisiti rientrano, a titolo esemplificativo, l’assenza di sentenze di condanna o misure cautelari per illeciti amministrativi dipendenti da reato ex D.Lgs. 231/2001, di statuizioni di condanna da parte dell’Antitrust e di provvedimenti connessi all’accertamento di violazioni in materia fiscale e contributiva o in materia di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

Il rispetto dei requisiti previsti dal Regolamento pone in capo all’impresa il diritto al riconoscimento di un punteggio base pari a “★” (una stelletta) e, in caso di soddisfacimento delle ulteriori condizioni regolamentari, porta all’assegnazione di un “+” al rating già assegnato. In aggiunta, il conferimento di stellette ulteriori e, quindi, l’ottenimento di un livello maggiore di rating, dipende direttamente dall’adozione e adesione di determinate best practice:

  1. a) adesione ai protocolli o alle intese di legalità finalizzati a prevenire e contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata nell’economia legale, sottoscritti dal Ministero dell’Interno o dalle Prefetture-UTG con associazioni imprenditoriali e di categoria;
  2. b) utilizzo di sistemi di tracciabilità dei pagamenti anche per somme di importi inferiori rispetto a quelli fissati dalla legge;
  3. c) adozione di una funzione o struttura organizzativa, anche in outsourcing, che espleti il controllo di conformità delle attività aziendali alle disposizioni normative applicabili all’impresa o di un modello organizzativo ai sensi del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231;
  4. d) adozione di processi organizzativi volti a garantire forme di Corporate Social Responsibility, anche attraverso l’adesione a programmi promossi da organizzazioni nazionali o internazionali e l’acquisizione di indici di sostenibilità;
  5. e) iscrizione in uno degli elenchi di fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a tentativi di infiltrazione mafiosa istituiti ai sensi delle vigenti disposizioni di legge (cd. white list);
  6. f) adesione a codici etici di autoregolamentazione adottati dalle associazioni di categoria o previsione, nei contratti con i propri clienti, di clausole di mediazione, quando non obbligatorie per legge, per la risoluzione di controversie o adozione di protocolli tra associazioni di consumatori e associazioni di imprese per l’attuazione delle conciliazioni paritetiche.

In definitiva, l’attribuzione opzionale offerta dal rating dei comportamenti virtuosi adottati, trasforma degli elementi squisitamente ‘valoriali’, quali il rispetto delle leggi, della trasparenza e dell’ambiente, in fattori direttamente incidenti sulla competitività del sistema produttivo aziendale, rendendo – finalmente – l’etica d’impresa economicamente conveniente.

Avv.ti Rossana Vitone (of counsel di Polis), Mirco Semeraro

 

 

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