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30 Ott, 15

Andrea di Comite produce nuovi elementi al processo per il crollo di via Roma a Trani

La Gazzetta del Mezzogiorno del 30/10/2015

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Per il crollo di Via Roma si tornerà in aula il 25 novembre.

Ma non sarà per la sentenza. Il processo torna indietro rispetto alla fase delle repliche finali per cui era stata fissata l’udienza di ieri. Che per tutti costituiva la vigilia della sentenza di primo grado.

Per quasi tutti. Perché, a sorpresa, la difesa dell’architetto Giovanni Paparella, in zona Cesarini, ha mirato a far crollare quello che costituisce uno dei pilastri dell’accusa sostenuta dal pubblico ministero Giuseppe Maralfa e cioè la perizia svolta nel corso delle indagini preliminari nelle forme dell’incidente probatorio, dunque prima ancora dell’inizio del processo ai 15 imputati.

Tutto ruota su una presunta contraddizione del professor Franco Bontempi, dell’Università La Sapienza di Roma, che assieme al collega Roberto Gerundo, dell’Università di Salerno, dinanzi al gip dell’incidente probatorio Angela Schiralli concluse che la palazzina di Via Roma, l’adiacente area della Srl Giannini (dove si stavano eseguendo i lavori ritenuti causa del crollo) e l’edificio imbracato di Via De Leon costituivano un unico corpo di fabbrica.

Pertanto qualsiasi opera strutturale sarebbe dovuta esser congegnata in tale ottica; tanto più che sarebbe bastato molto poco perché vi fosse un cedimento dell’intero corpo di fabbrica. Ma nell’udienza di ieri la difesa di Paparella, affidata all’avvocato Andrea Di Comite, nel corso delle cosiddette repliche ha mutato un il copione, non limitandosi a repliche ma a vere e proprie nuove richieste e produzioni. Il legale del di colui che il pm ritiene il direttore dei lavori dell’area Giannini ha prodotto le registrazioni di due convegni in cui lo stesso Bontempi, parlando del caso Barletta, avrebbe concluso differentemente da quanto sostenuto nella perizia depositata al gip Angela Schiralli e poi acquisita al dibattimento.

In una prima occasione a Milano ed in una seconda in Sudafrica, a Città del Capo, Bontempi, per la difesa, ha sostenuto che per a far crollare l’edificio di Via Roma è servita un’azione molto forte, diversa dunque da quella tenuità che, secondo l’incidente probatorio, sarebbe stata già di per sé sufficiente a creare le condizioni di cedimento strutturale.

Dunque una contraddizione, secondo la difesa, su cui anche il collegio del tribunale tranese (Giulia Pavese, Roberta Savelli, Paola Buccelli) vuol vederci chiaro.

E così i giudici hanno disposto che il prof. Bontempi il 25 novembre torni in aula per chiarire quella che almeno ora sembra una contraddizione. Agli atti del processo sono finiti gli interventi convegnistici di Bontempi, tratti da Youtube, con relativa traduzione della relazione in inglese svolta a Città del Capo.

Un’onda d’urto difensiva da cui potrebbero prendere spunto anche altri imputati accusati della tragedia del 3 Ottobre 2011, quando sotto le macerie morirono le operaie Matilde Doronzo, Giovanna Sardaro, Antonella Zaza e Tina Cenci e la figlia del datore di lavoro Maria Cinquepalmi, appena 14enne, quel giorno uscita prima da scuola. Altre 11 persone rimasero ferite in una selva di danni di varia natura ed entità.

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