La dottoressa Francesca Resta, collaboratrice di Polis Avvocati e componente del Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Bari, parteciperà questa sera all’aperitivo giuridico sul tema: “Cosa resta dell’amore? Le conseguenze dell’illecita diffusione di immagini sessualmente esplicite”, organizzato dal C.P.O. dell’Ordine degli Avvocati di Bari (Circolo Canottieri Barion, ore 18.00).
L’intervento di Francesca Resta, insieme all’avvocato Mariarita Blasi, si concentrerà sul caso degli avvocati iraniani condannati con pene esemplari per essersi posti a difesa dei diritti civili nel loro Paese.
“Vogliamo tenere viva l’attenzione sulla vicenda che ha visto coinvolta la collega iraniana Nasrin Sotoudeh, condannata a 33 anni di reclusione e 148 frustate, a seguito di un processo celebrato a Teheran in sua contumacia, in quanto non posta nella condizione di poter scegliersi un difensore – scrivono Resta e Blasi -. I capi di imputazione che le sono stati ascritti concernono reati contro la sicurezza della nazione. Imputazione che appare assolutamente riprovevole considerando che riguarda l’esercizio della propria funzione in difesa degli attivisti e oppositori al regime, nonché delle donne arrestate per essersi scoperte il capo in luoghi pubblici. Purtroppo questo caso non è isolato in un Paese che nega evidentemente i minimi diritti civili. Del pari, anche il collega Amirsalar Davoudi è stato al centro di un processo che lo vedeva imputato per quattro capi d’accusa. Tra questi, a nostro avviso il più grave è l’aver creato un gruppo Telegram dove era possibile segnalare la violazione dei diritti civili e riflessioni su questioni politiche e sociali nonché sulla situazione riguardo alle libertà di pensiero ed espressione.
È pacifico oramai che anche a livello internazionale all’avvocato è riconosciuto un ruolo non vincolato alla mera difesa tecnica ma portatore di diritti altrimenti sottaciuti . Questo non significa identificare l’avvocato con l’assistito ma al contrario dare rilevanza ad una professione vitale per l’intera comunità e alla sua funzione sociale, che spesso lo conduce anche a violazioni sulla propria persona.
È opportuno ricordare che tra i principi fondamentali relativi al ruolo dell’Avvocato adottati dalle Nazioni Unite nel corso dell’Assemblea Generale tenutasi all’Avana nel 1990 è previsto il divieto di far ricadere sugli Avvocati le colpe – se nel caso di specie così possiamo definirle – dei propri assistiti”.