Gli avvocati Mirco Semeraro e Federico Ceci intervengono sul tema sollevato dall’articolo del Sole 24 Ore: “I legali sbarcano sul catalogo di Amazon” (14.10.2019).
L’Avvocato digitale
Nell’ormai lontano 1999, Jeff Bezos, fondatore di Amazon, nel fissare il proprio obiettivo di lungo periodo, sosteneva di voler “costruire un luogo dove le persone possano trovare e scoprire tutto ciò che vorrebbero acquistare online”. Sembrerebbe che, a vent’anni di distanza, lo stesso pionieristico amministratore sia arrivato a considerare la consulenza legale tra i prodotti da far scoprire, anzitutto, alla propria vasta clientela. Infatti, recentemente, sulla piattaforma di commercio online più famosa ed utilizzata al mondo, sono stati messi in vendita, tra la sconfinata moltitudine di beni e prodotti, anche servizi di consulenza legale stragiudiziale.
In pratica, su Amazon è possibile acquistare, o meglio avere accesso, a tutta una serie di “prodotti” legati alla consulenza giuridica. In particolare, l’offerta è rivolta alle imprese/clienti della piattaforma, che ora hanno possibilità di tutelare i diritti di proprietà intellettuale sui beni che intendono vendere, attraverso l’acquisto di pacchetti di assistenza legale presenti sul sito. Per adesso, è bene sottolinearlo, tale metodo di offerta delle prestazioni ha trovato terreno fertile esclusivamente negli Stati Uniti d’America, con specifico riferimento al diritto dei marchi e brevetti, ma non si esclude che nel prossimo periodo possa attecchire anche all’interno della nostra Europa. Infatti, sembrerebbe che una prima sperimentazione sia già stata effettuata per il panorama italiano – tre delle undici law firms attualmente aderenti all’offerta propongono consulenza in lingua italiana -, sempre limitatamente alla consulenza legale e stragiudiziale avente ad oggetto la tutela dei diritti IP: settore costantemente più simbiotico rispetto alla gestione e regolamentazione di sistemi di commercio elettronico, privacy ed alla IT security. Conseguentemente, lo sbarco su Amazon Italia dei servizi appena descritti parrebbe più una esigenza d’area che una vera e propria tendenza del mercato legale globalmente considerato. Considerando il numero di società italiane già operanti sulla piattaforma online ed il relativo indotto economico prodotto, non appare azzardato prevedere che i servizi in parola si possano affermare con facilità anche sulla piazza nazionale, soprattutto con riguardo al riscontro delle esigenze di piccole e medie imprese.
Ove però l’influenza statunitense dovesse prendere piede anche all’interno del mercato europeo, ci troveremmo di certo all’inizio di una nuova epoca professionale. Difatti, differentemente dal solito fenomeno del marketplace online, che spesso lascia margine a vere e proprie truffe, la piattaforma Amazon garantirebbe estrema serietà e trasparenza in fase di incontro tra la domanda e l’offerta dei servizi legali.
Ovviamente, come da tradizione del colosso del commercio online, uno degli aspetti più significativi è il ruolo affidato ai “consumatori” dei servizi legali in vendita. Infatti, Amazon risulterà parte terza ed indipendente rispetto ai contraenti del rapporto. Questo, se, da un lato, comporterà una competizione tra studi certamente corretta e trasparente, dall’altro lato, potrebbe condurre ad un irrimediabile abbassamento delle tariffe professionali, quale mero strumento per migliorare il business in termini quantitativi, e mai qualitativi. Tale fenomeno, più che presente nel mercato legale, così aggravato dalla diretta concorrenza dei giganti legali presenti negli U.S., non potrà che peggiorare le già basse prospettive di reddito dei professionisti legali. Come è semplice intuire, inoltre, questo nuovo paradigma lavorativo finirebbe per sminuire, se non eliminare, il valore aggiunto della professionalità degli avvocati, costituito dal rapporto diretto e fiduciario con la clientela e dalle abilità di problem solving allo stesso conseguente.
Tuttavia, è innegabile che l’offerta di servizi legali sulla piattaforma Amazon comporterà certamente anche ricadute positive. Questo nuovo palcoscenico offrirebbe opportunità ai giovani avvocati che, per un motivo o per un altro, avrebbero a disposizione un’area dove poter pubblicizzare il proprio sapere, senza la necessità di dover sopportare i costi di un vero e proprio studio professionale, tradizionalmente inteso. Inoltre, la tutela di marchi e brevetti, soprattutto per la fase della loro registrazione, si estrinseca in un’attività standardizzata e, pertanto, gli studi che sapranno offrire competenze e professionalità attraverso questi nuovi servizi smart potranno proporre alle imprese un metodo per velocizzare, con le dovute e legittime garanzie, il posizionamento sul mercato dei loro prodotti. Infatti, l’offerta di tali servizi attraverso l’impiego di piattaforme multimediali consentirà, senza ombra di dubbio, un accesso più rapido alle attività di consulenza. Il tutto a vantaggio del cliente/consumatore che potrà interfacciarsi con il professionista interpellato utilizzando semplicemente un terminale connesso alla rete.