Si è concluso il 15 febbraio – con sentenza di assoluzione “perché il fatto non sussiste” – il processo a carico di due dirigenti della Regione Puglia e di due responsabili della società Acquedotto Pugliese S.p.A., accusati a vario titolo di aver alterato le acque dell’oasi marina protetta di Torre Guaceto.
Un successo firmato dagli avvocati Michele Laforgia e Giovanni Orfino di Polis Avvocati, i quali hanno patrocinato la difesa del Dirigente pro tempore dell’Ufficio Attuazione e Gestione della Regione Puglia all’epoca dei fatti.
«All’esito di un dibattimento durato quasi tre anni – dichiarano i legali Laforgia e Orfino – il giudice monocratico del Tribunale di Brindisi, dott. Ambrogio Colombo, ha assolto tutti gli imputati per insussistenza del fatto, evidentemente ritenendo che, come dimostrato dalle difese e dai fatti, non vi sia stata alcuna alterazione dell’habitat all’interno della riserva marina protetta».
Secondo l’ipotesi accusatoria vi era stato lo scarico in mare dei reflui prodotti dal depuratore consortile del comune di Carovigno all’interno del Canale Reale, il quale sfocia nella zona A: l’area maggiormente tutelata, protetta e regolata dai divieti più rigidi.
Nel corso del dibattimento, i legali hanno dimostrato come non vi è stata alcuna ‘alterazione’ delle acque, non essendosi verificato alcuno sforamento rispetto ai severissimi parametri previsti dalla normativa di settore. In più hanno evidenziato come i Dirigenti della Regione Puglia siano stati ‘costretti’ dalla necessità di fronteggiare una situazione contingente ad adottare l’unica soluzione materialmente possibile, per un periodo limitato, in attesa della condotta sottomarina che – come previsto dal progetto originario – porterà le acque in mare aperto.
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