L’avvocato Giovanni Di Cagno, socio di Polis Avvocati, è stato intervistato oggi su La Gazzetta del Mezzogiorno, in merito alle vicende che interessano il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) e l’elezione dei suoi componenti.
Componente laico del CSM dal 1998 al 2002, l’avvocato Di Cagno ha raccontato al giornalista Giovanni Longo le dinamiche che attengono i procedimenti sulle elezioni del CSM, e ha espresso il suo parere nettamente sfavorevole sull’ipotesi dell’elezione per sorteggio.
Altresì ha sottolineato come “il problema delle nomine non si risolve con l’ennesimo cambiamento del sistema elettorale del CSM. È stato modificato ogni sette-otto anni, più o meno a ogni cambio di maggioranza parlamentare, sempre con l’obiettivo dichiarato di limitare le correnti e, come si vede, le correnti hanno sempre più potere. In realtà, bisognerebbe incidere sull’inevitabile corporativismo di ogni ordine burocratico e, dunque, per la magistratura, partire dal livello periferico, i Consigli giudiziari. Se i pareri espressi sulla professionalità dei magistrati sono praticamente tutti uguali, come meravigliarsi se poi le scelte vengono fatte per ragioni extraprofessionali? Il rimedio è quello di introdurre anche nei Consigli giudiziari una componente “laica” espressione dei cittadini che concorra a valutare le professionalità dei magistrati”.